Uno dei luoghi più conosciuti nel centro d’Italia, di cui tutti abbiamo sentito parlare e che tanti di noi abbiamo visto. Ma fa sempre piacere tornarci e ammirare questo monumento storico di Terni, non proprio naturale. Furono i romani nel terzo secolo avanti Cristo a tentare di bonificare l’area del fiume Velino in alto.
Nel terreno era presente un dislivello di 165 metri, l’attuale cascata, e sotto scorreva il fiume Nera. Così si aprì la strada all’acqua nel tentativo di defluire l’acqua stagnante. Perciò è stato l’uomo e non la natura a creare questa meravigliosa ondeggiante massa di schiuma bianca che si precipita giù in fondo, trascinando tutto quello che si trova sulla sua strada. La cascata serve oggi a creare elettricità e la sua intera portata d’acqua possiamo solo ammirare in determinati orari, informatevi prima.
Come ogni luogo affascinante anche la cascata ha la sua leggenda: la ninfa Nera si innamorò del pastore Velino. La gelosa dea Giunone trasformò Nera in un fiume e Velino disperato, si gettò dietro la sua amata, giù dalla rupe. Il salto dell’acqua sarà per sempre il ricordo del salto di Velino.
Per visitare da vicino la cascata potete seguire vari sentieri, tutti indicati bene e facili da trovare. L’unico itinerario un po’ più impegnativo è il sentiero numero 5, che è anche il più lungo. Ricordatevi che sui sentieri vi portano vicino all’acqua è facile incontrare un po' di fango scivoloso.
La cascata fu fonte di ispirazione per poeti e pittori, da Cicerone a Lord Byron, da Galilei a Corot e dalla sua nascita è stata ammirata da innumerevoli turisti e visitatori. Ora nella nostra era tecnologica usiamo il digitale per fissare la sua immagine ma forse tra noi qualche poeta è rimasto per descrivere la bellezza di questa forza della natura.